“Le nostre anime di notte” di Kent Haruf

Le nostre anime di notte è ambientato, come la celebre trilogia di Haruf, ad Holt. Non vengono ripresi i personaggi ma lo stile dei libri precedenti e, soprattutto, la magica atmosfera.

Addie è una donna di settant’anni, rimasta vedova da molto tempo, abita da sola ad Holt. Suo figlio Gene vive lontano con la moglie e il piccolo Jamie.
Il loro rapporto è difficile a causa di un incidente avvenuto una quarantina d’anni prima: Gene, giocando a rincorrere la sorella maggiore Connie con un tubo da giardinaggio, l’ha involontariamente fatta sbucare in strada, dove è stata investita. Connie è morta sul colpo e questo ha cambiato totalmente le loro vite: Gene si è chiuso in sé, il padre è diventato burbero e non ha più dato affetto al figlio e ad Addie.

Un giorno Addie va a trovare il suo vicino Louis, anche lui un anziano vedovo, e gli fa una proposta inusuale: trascorrere le notti insieme, semplicemente nello stesso letto a parlare al buio finché non si addormentano, senza nessun tipo di relazione tranne un’amicizia.
Louis è scosso ma anche incuriosito dall’intraprendenza della donna e decide di provare.
I due iniziano una lunga amicizia e finiscono per riscoprire la vita e le emozioni che essa può dare. Nonostante la vecchiaia, il cedimento fisico e mentale, loro possono ancora vivere, possono provare sentimenti forti e possono divertirsi.
La loro estate è resa ancora più bella dall’aiuto che danno al piccolo Jamie, venuto a stare dalla nonna a causa dei problemi tra i genitori e terrorizzato dall’idea di essere abbandonato.
Le voci nella piccola cittadina di Holt circolano in fretta e la strana coppia viene additata dai pettegoli.
Anche Gene lo viene a sapere e dopo essersi ripreso il figlio, ricatta la madre: se non lascerà Louis, lui le impedirà di vedere Jamie.
Addie si sacrifica per il bene del nipote, pur continuando a sentire Louis telefonicamente tutte le sere.
Il romanzo scorre rapidamente, il linguaggio usato è semplice ma evocativo. Le frasi sono breve e alcune risultano essere sentenze di vita.
È un libro basato sulla mancanza di tempo: gli anziani, più di tutti gli altri, sanno di essere destinati a morire a breve e questo spinge i protagonisti ad apprezzare maggiormente la vita e a volerla vivere come vogliono, senza basarsi sulle malignità e sul giudizio della gente.

Un capitolo molto toccante è quello in cui Louis raconta la morte della moglie, da tempo malata di cancro. Le parole usate dall’anziano riescono a rievocare tutto il dolore che si prova ad assistere una persona cara mentre si affievolisce, mentre la vitalità degli occhi e si spegne poco a poco
La morte ritorna in ogni pagina del libro: Louis e Addie sono vedovi, descrivono la morte dei rispettivi consorti, la figlia di Addie è morta da piccola, Ruth, amica della donna, muore verso la fine del libro: il lutto e il dolore hanno già attraversato la vita dei due protagonisti numerose volte, eppure loro continuano a sperare e a lottare.


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