-Quanti anni sono passati dall’ultima volta che ci siamo visti?-
L’uomo non rispose.
Sapevano entrambi da quanto tempo non si vedevano, avevano contato persino le ore e i minuti.
-Comunque è bello rivederti, Umberto.- disse la donna sorridendo.
Lui non aveva mai dimenticato quel sorriso così spontaneo e naturale, anche se ora aveva il volto coperto di rughe era ancora bella.
La fissava per scorgere tutti i cambiamenti, oltre al viso anche i capelli erano diversi: vent’anni prima erano marroni e quella massa di riccioli le ricadeva dolcemente sulle spalle, ora invece erano grigi e corti.
Rosina parve accorgersi dei pensieri di Umberto.
-Mi trovi invecchiata, vero?-
-Ti trovo bella. Come sempre.-
-Bella. Una volta ero bella, adesso sono solo vecchia.-
-La bellezza è un dono che non si perde con il tempo. Si cambia, ma se una donna è dotata di una vera bellezza le resterà per sempre. Tu non sei solo bella fuori, anche la tua anima è bella.-
-Che galante.-
-Vuoi farmi l’onore di questo ballo?- domandò all’improvviso l’anziano.
Rosina sorrise e alzandosi gli porse la mano.
-Sono anni che aspettavo questo momento.-
Si posizionarono al centro della pista e l’orchestra iniziò a suonare.
“Vai vai
tanto non è l’amore che va via
Vai vai
l’amore resta sveglio
anche se è tardi e piove
ma vai tu vai
rimangono candele e vino e lampi
sulla strada per Destino”
Le mani di Rosina erano strette attorno al corpo di Umberto in un tenero abbraccio.
-Come balli bene Neanche al nostro matrimonio hai ballato così bene.-
-So fare molte cose ora. Qui tutti imparano molte cose.-
-Che bella canzone.- sussurrò la donna.
-L’ho scelta io. Per noi.-
-Oh Umberto! Mi meraviglio di te, non ti ricordavo così romantico.-
-Si cambia, mia cara.-
“Vai vai
conosco queste sere senza te
lo so, lo sai
il silenzio fa il rumore
de tuoi passi andati
ma vai, tu vai
conosco le mie lettere d’amore
e il gusto amaro del mattino”
-Questa canzone si addice a noi. Quante notti ho passato a piangere per te!-
-Sai quanto mi dispiace, cara.-
-I primi tempi non facevo altro che piangere, non volevo neanche uscire di casa.-
-Lo sai bene che anche io ho sofferto molto per la nostra lontananza, non avrei mai voluto che finisse così. Tu e i ragazzi mi siete mancati tantissimo. Ma spesso le cose non vanno come vorremmo.-
-Lo so. Quanto mi sei mancato, Umberto.-
-Quanto mi sei mancata, Rosina.-
“Ma,
non è l’amore che va via
il tempo sì,
ci ruba e poi ci asciuga il cuor
sorridimi ancor
non ho più niente da aspettar
soltanto il petto da uccello di te…
soltanto un sonno di quiete domani…”
-E’ proprio vero che il tempo passa ma l’amore no.-
-Rosina, il mio amore per te non potrà mai finire. L’hai sempre saputo.-
-Nonostante tutto, sì. Sapevo che sarebbe finita bene.-
-Sapevi che ero qui ad aspettarti.-
– Vieni, ti mostro una cosa.-
Umberto bendò Rosina con un foulard e la prese per mano, camminarono lungo un sentiero circondato da ginestre e mimose per una decina di minuti.
-Eccoci, siamo arrivati.- Rosina si tolse il foulard e si guardò attorno, si trovavano in un giardino: c’era un gazebo ricoperto da piante arrampicanti e un’altalena in legno dipinta di rosso, sulla sinistra si ergevano alberi da frutta e di fronte alla coppia vi era un piccolo laghetto.
-Questo posto è meraviglioso!-
Umberto raccolse una pesca dall’albero e la porse a Rosina.
-Il tuo frutto preferito, non è vero?-
L’anziana signora sorrise.
-Ti amo.-
-Ti amo, per sempre.-
-Questo posto è meraviglioso, non avrei mai immaginato che sarebbe stato così bello.-
-Sapevo che ci saremmo rincontrati, siamo destinati a stare insieme.-
-Sì, lo hai sempre saputo tu. Ma i nostri figli? Se la caveranno senza di noi?-
-Certo. Io sono andato via tanto tempo fa e tu ora mi hai raggiunto. Loro sono sistemati, hanno tutti delle belle famiglie, e potremmo sempre vederli da qui.-
-Hai ragione.-
-Ora ci siamo solo io e te. In eterno.-
-In eterno. Che parola potente.-
-Certo cara, in eterno. Questo è il Paradiso.-
(Sulle note di “Non è l’amore che va via” di Vinicio Capossela)